NO AI COLORI SESSISTI!

Luisa/ Marzo 3, 2016/ Senza categoria/

Il rosa è da femmine e l’azzurro da maschi: quante volte l’abbiamo sentita? Ma, al giorno d’oggi, è possibile fare ancora questi discorsi? Ecco perchè noi siamo convinti di no.
La moda, in questo, è sempre stata avanti: considerando che una donna veste come vuole, e nessuno si sogna di mettere in dubbio il gusto di un completo celeste (anzi, il ritorno al rosa Barbie è stata una vera è propria rivoluzione apportata da Jeremy Scott for Moschino), per gli uomini è stato più difficile. Eppure, le passerelle non si sognano per nulla al mondo di rinunciare a elegantissimi completi color ciliegia, alle amatissime camicie rosa che virano sempre più al confetto, e c’è chi sottolinea provocatoriamente il concetto facendo subire persino ai maschietti la tortura di un bel paio di tacchi a spillo in un ridente rosa shocking. Si parla di rosa perchè è il caso che si potrebbe definire eclatante, quello che fa più scalpore, ma lo stesso vale per una lunga lista di colori. Il verde menta, ad esempio. O il giallo canarino. O più o meno tutte le tinte sorbetto, quelle che riportano subito all’idea di un vestito vintage con la gonna a ruota. E che puntualmente viene riproposto in ogni tipo di accessorio e capo di abbigliamento maschile, che sia elegante, casual, sporty, costumi da bagno o tuxedo. E che, alla fine, sono ben calibrati sia su un modello maschile che su uno femminile, senza distinzione. La moda detta il gusto, e poi si diverte a metterlo in crisi. Un modello perfetto!
Meno perfetto, invece, il mondo di tutti i giorni, che nella vita quotidiana sa scontrarsi con tradizioni e convenzioni che spesso diventano difficili da contrastare. I simboli, i colori, di per loro, sono innocenti: ma il rischio è che, essendo abituati sin dalla più tenera infanzia a questi piccoli usi, fosse anche solo il colore della carta delle uova pasquali o del fiocco di nascita, si crei uno strascico inconscio che porti a separare i colori in ‘maschili’ e ‘femminili’.
Come risolvere? La maniera è semplice: insegnare ai bambini sin da piccoli che il rosa non è solo per le femmine e l’azzurro non è solo per i maschi, e che le convenzioni sono e restano solamente convenzioni, tanto più che all’inizio era il rosa il colore maschile per eccellenza e l’azzurro quello propriamente femminile, associato al colore del velo con cui venivano raffigurate le sante cristiane. E poi, via libera a gialli, arancio, viola, verdi: i colori sono tantissimi, e non hanno un genere in sè.
La moda, del resto, offre tantissimi esempi a cui ispirarsi; le collezioni armani junior, polo ralph lauren, blugirl, moschino dedicate ai più piccoli mandano in passerella piccoli ometti e donnine con completi ispirati a quelli dei genitori, senza crearsi problemi nel proporre camicie, pantaloni, scarpe, vestiti nelle tonalità considerate tipicamente femminili, prime tra tutte quelle pastello. E soprattutto, senza creare problemi ai bambini e ai ragazzi che saranno gli uomini e le donne della moda e del mondo di domani.